“Ditegli che sto arrivando”

La “ gommina” di Antonello… è ora nelle mani dell’universo. 

Ne sento già la mancanza e sono solo 10 minuti che ci siamo lasciati.

Tutto ha avuto inizio una sera di luglio quando sono passata con Pietro per un saluto in una festa di commemorazione del suo amico Antonello mancato ormai da diversi anni. La villa era piena di amici di Antonello, mi sono sentita a disagio, mi sentivo fuori luogo, non conoscevo nessuno e tutti erano intenti nel chiacchierare a gruppetti tra di loro. In giardino c’era un ricco buffet e all’interno della villa un fantastico allestimento con oggetti, pubblicità e testi di Antonello.

Nell’accommiatarci la sua compagna di allora, Anna, ci presentò un piccolo barattolo di vetro e ci invitò a scegliere uno degli oggetti contenuti appartenuti ad Antonello. Gli oggetti erano a disposizione di chi avesse voluto prenderli, unica richiesta era quella di portarli in un luogo, fotografarli e lasciarli lì. 

La scelta è caduta su una gomma consumata di quelle blu e rosse. Antonello era un grafico pubblicitario e posso immaginare che la utilizzasse per affinare i suoi bozzetti grafici e che fosse per lui un oggetto inseparabile. 

Ho messo la gomma nel portafoglio per non dimenticarla o perderla, avevo in mente di portarla con me in vacanza ad agosto.

L’idea di possedere se pur per un breve periodo un oggetto appartenuto ad un perfetto sconosciuto mi ha fatto immaginare, fantasticare sulla sua vita, su come poteva essere stata, fantasticavo i momenti in cui utilizzava questa gommina; e nello stesso tempo immaginavo vite sovrapposte, immaginavo di passare in parallelo su strade e luoghi in cui lui poteva essere stato o meno. 

Ad un certo punto la gommina era diventata parte della mia vita. Tutti i giorni mi guardava dal portafogli. E allora la gommina non era più solo di Antonello, era diventata un pò anche mia, per un breve attimo catapultata nella sua vita. 

Quello che so di Antonello è che era sempre in ritardo cronico (al contrario di me che tendo sempre ad essere puntuale).

Non so descrivere l’emozione di muovermi pensando di non essere da sola ma in compagnia della gommina che ti rimanda ai pensieri di Antonello. Lo vedevo intento a disegnare, a lavorare, cercavo di immaginarlo come persona, ma poi immaginavo la sua vita, e mi chiedevo: avrà fatto questo, avrà fatto quest’altro, come avrebbe potuto comportarsi…..

Per un mese, quella di Antonello è stata una presenza concreta.